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Rodrigo in Don Carlo al Maggio Musicale

Massimo Cavallettti Rodrigo

Vorrei iniziare dicendo che sono profondamente felice di tornare all’Opera di Firenze dopo due anni e di farlo in una occasione così importante come l’apertura dell’80esimo Maggio Musicale Fiorentino e sotto la guida del Maestro Zubin Mehta.
Finalmente torno a vestire la parte di Rodrigo il Marchese di Posa e posso cimentarmi in questa bellissima opera verdiana e in questo personaggio che per eccellenza incarna il simbolo della libertà e della umanità libera di pensare.

La produzione che proponiamo è un bellissimo allestimento del regista Giancarlo Del Monaco, ripreso qui a Firenze per l’occasione dalla bravissima Sarah Schinasi, ottima nel motivarci e darci bellissimi spunti drammaturgici e interpretativi, su scene di Carlo Centolavigna e i magnifici costumi cinquecenteschi di Jesus Ruiz. Tutto in questo allestimento si rifà alla storicità del soggetto spagnolo e della corte spagnola della fine del 1500 e veramente è una imponente scenografia dove niente è affidato al caso.
Ogni momento dell’opera è riprodotto da un’ atmosfera che mette sicuramente sia l’interprete che lo spettatore nella migliore condizione possibile per l’ascolto e la comprensione dell’opera. Magnifiche anche le scelte dei costumi per tutti gli artisti, coristi e figuranti che trova il massimo momento nella scena dell’Auto da Fe, quando tutto la popolazione e la corte rendono omaggio alla grandezza di Filippo II e portano al rogo gli eretici.

Mi sembra davvero interessante il lavoro che stiamo facendo sui dettagli che ci sono nelle scelte prettamente recitative e nelle varie attitudini e relazioni tra i personaggi, e si delineano bellissime intenzioni fra tutti i protagonisti dell’intreccio di corte sia nella politica che nei sentimenti.

Un bellissimo momento è il quartetto della camera di Filippo dove io giungo nel pieno della notte svegliato dalle urla di aiuto di Filippo al momento in cui la regina Elisabetta sviene durante il loro litigio, e i rapporti tra i quattro personaggi Filippo II, Elisabetta, Eboli e Rodrigo appunto si sviluppano in una fortissima tensione di sguardi e posizioni che poi sfocerà nella grande aria di Eboli.

Posso dire che un fattore positivo di questo Don Carlo è che ci conosciamo già molto bene tra tutti gli interpreti e che molti rapporti sono già ben solidi da esperienze precedenti.

Io credo che sarà una bellissima produzione sia da vedere che da ascoltare e da vivere sotto la bacchetta e la guida del Maestro Mehta che sempre sa come dipingere e plasmare la musica e l’emozione con il suo gesto e la sua grande esperienza.
Ho debuttato in questo ruolo proprio con lui all’Opera di Zurigo nel 2011 e adesso ho la possibilità di riprenderlo aggiungendo la mia esperienza e la mia maturazione.

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